Giovanni, sei uno dei tracciatori della nostra palestra. I boulder non nascono a caso. Per chi è nuovo, ci racconti come vengono creati? Con quale criterio vengono tracciati e quanto spesso vengono cambiati i boulder?
Un tracciatore è una figura piuttosto poliedrica, per essere bravi bisogna avere un buon repertorio di capacità; dal bricolage, alle capacità di astrazione, per immaginare movimenti, all’esperienza, per capire cosa si sta proponendo ed a chi, e ultimo, ma non meno importante, un senso artistico. Un blocco, almeno per me, nasce da un idea, generalmente motoria, ma ogni tanto anche artistica, che viene trasposta con le prese e volumi sulla parete. Fatta una prima bozza si fanno poi dei test e dei cambiamenti per correggere errori come: pericolosità, difficoltà errata, “sgamuffi” ecc. Si conclude poi quando tutto il team lo ha provato ed approvato, con cartellino e contro-rotazioni.
Dobbiamo fare una differenza per i criteri, se stiamo parlando di una tracciatura di sala o “da gara”. Per una tracciatura di sala generalmente si cerca di dare sempre qualcosa di diverso e divertente, orientando le difficoltà verso il livello medio della palestra. Un po’ di variazione sul tema ogni tanto non fa male, e fa provare nuove sensazioni e movimenti per aumentare il bagaglio motorio. Per le gare invece l’obbiettivo è la classifica e poter far esprimere al meglio le potenzialità degli atleti.
Cambiamo i blocchi compatibilmente con i vari impegni fissi, con un ritmo medio di una zona a settimana. Tutti sanno che c’è un impegno fisso poco prima di natale, che chiamiamo Intellixmass. Forse in meno sapranno che ospitiamo entrambe le tappe U20 del campionato giovanile regionale boulder, una è stata il 13-01-2019 ed l’altra l’abbiamo spostata verso maggio (perché abbiamo avuto un problema organizzativo questa settimana) e dobbiamo quindi programmare la tracciatura in base anche a queste date.
A proposito: ci presenti il team con cui lavori?
In palestra siamo quattro “officials”, con qualche aggiunta di ragazzi che stanno avvitando le loro prime prese. Luigi Billoro l’anziano esperto ;P, Michele pra Baldi che ridefinisce spesso nel team “l’impossibile”, Luca Quaglia l’esperto delle tacche. In questi mesi si stanno aggiungendo Edoardo Franco, Marco Gambarin, e Federico Tosi. Quanto alla mia presentazione credo che sia meglio che mi descriva qualcun altro ;P.
E’ cambiata notevolmente la tracciatura in questi anni. Come e perché?
Il discorso è molto lungo e complesso in generale, potremmo semplificarlo e parlare solo della palestra. In primis penso che valga la pena dire che la tracciatura ha cambiato la palestra e non il contrario. Partendo da questo presupposto la tracciatura è cambiata perché è diventata strumento per far allenare, si ma anche divertire, le persone. Per far divertire il bambino che c’è in noi, lo dice l’esperienza, servono grandi forme e stimoli sempre nuovi che ci spingono a provare ed aumentano la soddisfazione quando chiudiamo quel C durissimo ;P.
Anche i gradi proposti sono stati un cambiamento, non sono precisi per scelta, ogni lettera corrisponde ad un certo range di grado FB, per questo si trovano blocchi molto diversi tra loro sullo stesso grado, magari anche solo perché sono di tipologie differenti su inclinazioni differenti.
A tuo avviso, quanto conta la tracciatura, ma anche la qualità delle prese, nella gestione di una palestra d’arrampicata? E perché?
La tracciatura è l’aspetto più importante di una sala blocchi, non che il resto non serva a niente, ma ovviamente è il motivo più importante che ci spinge a tornare o meno in una sala. Se i blocchi non sono belli e non mi divertono, oppure non ne trovo sul mio livello o che possa “lavorare” per migliorarmi, difficilmente la sala avrà un grande seguito. Noi possiamo affermare che siamo riusciti in un paio d’anni a portare da noi sempre nuovi corsisti e principianti, ma anche atleti di calibro nazionale ed in certi casi anche internazionale, che passano ogni tanto a trovarci.
Quanto contano le prese? Ne ho già parlato, contano molto, non solo per il “wow factor” ma anche perché ti danno la possibilità di sentire come sono difficili quelle che tengono i migliori atleti del mondo, ma questa l’ammetto è deformazione professionale…
Gare, raduni… sono un bel impegno!
Gare sono un bell’impegno se ci si impegna veramente a farle, sono un’occasione per valorizzare l’allenamento degli atleti ma allo stesso tempo per farli crescere. Difficile far immaginare cosa voglia dire tracciare una gara, anche fosse solo un raduno sociale: in soli due giorni, guardate i nostri polpastrelli il giorno della gara, vi potranno dare una buona approssimazione dell’impegno fisico. I raduni regionali in preparazione al campionato italiano giovanile sono una cosa che abbiamo proposto per la prima volta in Veneto l’anno scorso, spero che si riesca ad organizzarne altri per il bene dei nostri ragazzi, ma anche perché da questo punto di vista siamo molto indietro rispetto ad altre regioni.
La palestra era partita nel 2004 da una ventina di persone, adesso ci sono più di 800 iscritti, un numero cresciuto a dismisura soprattutto negli ultimi anni. Come vedi il futuro?
Abbiamo fatto molte modifiche strutturali, e spero che chi ci segue da molto possa aver apprezzato, migliorato i vari spazi e aumentato sempre il materiale a disposizione. Ma se il trend che abbiamo mantenuto negli ultimi anni continua, cosa che spero, ci troveremo inevitabilmente a dover fare grossi cambiamenti, che non è facile fare nella nostra situazione di associazione sportiva.
Quando vedi la gente arrampicare in sala, cosa è la cosa più che ti piace? E quella che ti piace di meno.
Quella che mi piace di meno è la scarsa “cultura” in generale: blocchi mai spazzolati, il non prestare la minima attenzione a chi ti sta intorno (sia come pericolo sia come sue esigenze), urla a squarciagola dal calcetto. La cosa che più mi piace? Direi il clima che c’è in palestra da noi, ma anche quanto un ex-corsista continui a progredire dopo aver seguito un nostro corso. E vedere qualcuno che maledice le mie creazioni 😉
Giovanni Canton
Data di nascità: 13/11/1992
Peso: 86 kg
Altezza: 196 cm
A vista: 7c
Lavorato: 7c+
Blocco Flash: 7A
Blocco Lavorato: 7B+
Falesia preferita: Erto
Altre interviste
– Intellintervista: Maurizio Camporese, presidente dell’Intellighenzia Project