Claudia, abbiamo appena scoperto di un nuovo progetto che stai per far nascere assieme a Luca Lancellotti. Partendo dal principio, ci racconti un po’ com’è nata l’idea?
A dire il vero questa idea è nata davanti a una birra, con il mio amico e collega Luca, nel bar dei climbers bresciani. Negli ultimi anni abbiamo frequentato molti corsi professionali assieme e alla fine di queste dense giornate la testa è in fermento, mille idee e progetti affiorano e qualche volta qualcuno si realizza: Reload è un esempio.
Scaliamo entrambi da una decina di anni e da altrettanto tempo lavoriamo con climbers come fisioterapisti. Personalmente coltivo, non senza fatica, entrambe queste passioni e nel tentativo di amalgamare sempre di più questi ingredienti ho letto libri e articoli a non finire. Ho sperimentato novità e tecniche recenti, non sempre con successo, ma ogni volta con qualcosa di buono da mettere nello zaino. Reperire informazioni scientifiche su questo sport che nuovo proprio non è, ma solo recentemente sta catturando l’attenzione della società, non è sempre possibile. Gli articoli che si trovano sono pochi e si tratta spesso di trasferire conoscenze da altri sport adattandole all’arrampicata. A volte funziona, altre volte l’esperienza fa da padrona, alla faccia di studi scientifici e ricerche. Avere un collega come Luca con cui confrontarmi è sempre immensamente utile oltre che stimolante, ma Reload è anche senza dubbio un tassello da aggiungere a una bella amicizia.
Infortuni e fai-da-te: da professionista come ti sembra che noi climber affrontiamo il problema?
Ciò che più mi ha colpito in questi anni, è come spesso gli sportivi non sappiano da dove partire quando si trovano ad affrontare un infortunio, o quando decidono di non dare ascolto a ciò che il loro corpo cerca di comunicare. L’arrampicatore ovviamente non fa eccezione, così se in palestra chiedo a dieci persone quante abbiano qualche doloretto che si portano dietro da mesi, state certi che almeno la metà dirà di si, con un certo sconforto. Spesso la soluzione si cerca in internet: navigando su blog e siti qualcosa si trova, ma da che fonti? Altri sportivi amatoriali? L’esperienza di altri può aiutare, ma la maggior parte delle volte non è così semplice trovare la soluzione. Per chi mastichi un po’ di inglese di sicuro le opportunità di trovare informazioni recenti e dettagliate si amplia di molto. Io stessa mi sono trovata a leggere articoli interessanti di fisioterapisti Inglesi e Americani che lavorano con climbers. Resta sempre di fondo la necessità di capire se le fonti siano attendibili o meno e questo lavoro spetta a un professionista.
A tuo avviso come si potrebbe migliorare la situazione e creare un po’ più di cultura in tal senso?
Quello che osservo è che spesso non si sa proprio da dove partire e nel tentativo di non peggiorare la situazione lo sportivo finisce per mettersi a risposo. Più di una volta ho conosciuto persone che per mesi hanno totalmente smesso di scalare o hanno cambiato sport, tanto non ne potevano più di arrampicare con quel fastidioso dolore al gomito (il gomito è solo un esempio ovviamente). In cuor mio posso capire la sofferenza di dover rinunciare a un’attività così sensazionale e molte volte mi sono detta che se le informazioni giuste, su come si riconosce e si cura un infortunio, circolassero un po’ di più, a trarne beneficio sarebbero davvero in molti. “E se fossimo noi a far circolare queste informazioni?” mi sono trovata a proporre a Luca davanti a quella birra. Il suo sguardo mi è subito piaciuto. Avevo un po’ colpito nel segno e la sensazione di avere un valido alleato è stata istantanea.
RELOAD, una nuova piattaforma in cui ogni climber potrà comprendere come trattare i propri infortuni?
Non mi fraintendete! Il nostro intento non è quello di curare nessuno tramite qualche foto e breve post. Il progetto riabilitativo che si stipula con ciascun paziente è qualcosa di totalmente personale. Per quanto gli esercizi possano talvolta assomigliarsi, ciò che di fondo è sempre unico e irripetibile, sono gli obiettivi che ognuno persegue. Obiettivi che noi fisioterapisti possiamo aiutarvi a raggiungere. Reload vuole piuttosto essere una piattaforma di informazioni. Un aiuto a comprendere in modo semplice, ma non semplicistico, come funzioni il nostro corpo messo sotto sforzo da un’attività sportiva. Il nostro obiettivo è ricercare le più recenti evidenze scientifiche presenti sul panorama internazionale e renderle comprensibili per chiunque sia interessato, pur non essendo un professionista del campo.
Analizzeremo le più frequenti problematiche muscolo-scheletriche legate alla pratica dell’arrampicata, cercando di fare un po’ di chiarezza su come riconoscerle e, a grandi linee, su come dovrebbero essere affrontate.
Grazie Claudia, vi facciamo un grosso in bocca al lupo per questo nuovo progetto e…un’ultima domanda: dove troveremo altre info su RELOAD?
RELOAD sarà un canale Instagram @reload.climb ma se vi piace l’idea di leggerci con più calma e tutto d’un fiato troverete i nostri articoli anche su sito di Planetmountain. Sarà interessante avere i vostri riscontri e perché no, suggerimenti su cosa vi piacerebbe fosse approfondito! Ne vorrei approfittare anche per ringraziare tutto lo staff di Intellighenzia Project che ha accolto il nostro progetto e partecipa attivamente per aiutarci a realizzarlo.
Non mi resta che dirvi “A presto!”
Altre interviste:
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